se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

martedì 28 giugno 2016

Grazie, Bambino... mi mancheranno i tuoi mugugni.


Sono mille le immagini.
Mille i momenti, i pugni, le risate.
Mille i mugugni.
Sì, se devo scegliere la cosa che trovavo più divertente nei personaggi di Bud Spencer, direi proprio "i mugugni".
Quei versacci spazientiti che faceva quando perdeva le staffe di fronte a un cretino.
Erano "tuoni" che indicavano che da lì a poco si sarebbe scatenata una tempesta di pugni e schiaffoni.

Sono mille i momenti che diventano ricordi.
Non solo d'infanzia.
Mille le ore passate a vedere e rivedere i suoi film. Tutti i suoi film, non solo i soliti sei o sette che ancora oggi continuano a passare in TV.

Tutti, compresi "Dio perdona... io no" [regia di Giuseppe Colizzi, 1967], "Al di là della legge [regia di Giorgio Stegani, 1968], "Un esercito di cinque uomini" [regia di Italo Zingarelli, 1969], "La collina degli stivali" [regia di Giuseppe Colizzi, 1969], "Una ragione per vivere e una per morire" [regia di Tonino Valerii, 1972]... solo per citarne alcuni quasi completamente scomparsi da almeno due decenni.
E ce ne metto almeno un altro che, per fortuna, fa parte di quei sei o sette che continuano a trasmettere ancora oggi: "I quattro dell'Ave Maria" [regia di Giuseppe Colizzi, 1968].

Ma ce ne sarebbero altri.
Come, ad esempio, "Cantando dietro i paraventi" [regia di Ermanno Olmi, 2003].

Bud-Carlo non era solo un caratterista che insieme a Terence Hill o a qualche altro compagno di set prendeva a sberle le caricature dei prepotenti.
Era anche un attore.
Era un uomo intelligente, colto e informato.
Era uno con la schiena dritta.
E lo era a prescindere dal valore intellettuale di molte pellicole che ha contribuito a rendere celebri.

Le sue idee politiche, che non condividevo, avevano il pregio di essere sue. E non cambiano di una virgola lo spessore dell'uomo che, nel suo caso, corrispondeva perfettamente allo spessore del suo corpo fisico.

In tanti, tra ieri sera e stamattina, hanno scritto sul web.
I saluti e i grazie (sacrosanti).
I R.I.P. (sempre più insopportabili perché sempre più "di circostanza", a mio modestissimo parere).
Le frasi copiate da Wikipedia o da altri siti, e incollate con poco o nessun sentimento nei profili facebook.

In tanti hanno ricordato i suoi illustri trascorsi sportivi.
E altre cose della sua lunga vita.
Tutta roba che comunque si trova su internet e in svariate pubblicazioni. Basta cercare.

Io ho preferito scrivere qui sul mio blog, perché ho idea che quello che scrivo qui abbia una durata più lunga. Credo che quello che scrivo qui valga di più.
Forse è un'illusione e, se lo è, scelgo comunque di illudermi.
Per questo ho preferito scrivere qualcosa che mi appartiene e che lo riguarda.

Ti ringrazio di tutto, Bud.
Ed è tanta roba, credimi.
Scusa se non potrò mai sdebitarmi con te.
Mi mancherai davvero.