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martedì 20 marzo 2012

Il nuovo disco di Steve Hackett (ottobre 2011)

Non ho mai voluto fare recensioni di dischi o di film (veri!) su questo blog.
Non lo farò nemmeno stavolta.

Saranno solo due chiacchiere senza pretese, fatte da uno che ha appena ascoltato un disco.

A ottobre 2011, Steve Hackett, lo storico chitarrista della golden age dei Genesis, ha pubblicato il suo nuovo album.

Titolo: Beyond the shrouded horizon.

Tracce: 13 nell'edizione "normale" (1 CD); 13+9 nell'edizione speciale (2 CD).

Oggi l'ho ascoltato per la prima volta (l'edizione speciale).
E, si sa, talvolta è complicato anche soltanto sfiorare lo spirito di un disco al primo ascolto. Figuriamoci "penetrare e decodificare" la sua essenza!
Parlo di buoni dischi.
Poi un disco di Hackett, è ancora più complicato del normale, in ambito rock.

Nonostante questo, mi ha sorpreso.
Più che altro per la grandissima quantità di idee che contiene.
Hackett può piacere o meno, ma di sicuro non lo si può accusare di avere poche idee!
Se poi le tante idee sono anche buone, beh... direi che siamo sulla strada giusta!

In questo disco c'è il "prog" intelligente, sperimentale, a volte "tosto" e colto, ma mai fine a sé stesso (e tantomeno spocchioso) di Hackett.
Emozioni.

Steve, 62 anni compiuti a febbraio, non si è dimenticato del suo passato ma non è per niente schiavo di esso e, infatti, guarda con grande maturità e, direi incredibile leggerezza e libertà, al futuro.

Ci sono i pezzi di atmosfera, quelli delicati e quasi fragili, "trapuntati" ogni tanto da scale non precisamente prevedibili e scosse elettriche di una forza che, a tratti, risulta quasi drammatica.
Emozioni.

Ci sono anche alcune virate pop, ma sempre molto ricercate e belle da ascoltare, mai banali, anche quando si spogliano delle complessità che spesso caratterizzano lo stile di questo grandissimo chitarrista.
Emozioni.

Il buon Steve ci regala, a mio avviso, un piccolo gioiello, infarcito del suo tocco originalissimo e inconfondibile, che lo colloca senza dubbio tra i grandissimi chitarristi della storia del Rock.

Ecco come si chiude la recensione che ho trovato sul sito DEBASER, firmata da batpluto:

"Facciamo i nostri sinceri complimenti a Steve Hackett per la sua capacità di sapere proporre sempre qualcosa d'inatteso e interessante, con lo stile unico che lo contraddistingue, e che lo pone fra i migliori musicisti storici in circolazione. Non ne rimangono molti, purtroppo".

Potete leggere l'intera recensione QUI.
Ovviamente, almeno per me (genesisiano e hackettiano di lungo corso), è molto difficile non essere d'accordo con le parole di batpluto!

Se qualcuno di voi avrà modo di ascoltare questo disco, mi farebbe piacere che scrivesse un commento a questo post dicendomi cosa ne pensa.

Poi magari, più in là, quando lo avrò metabolizzato a dovere, ritornerò sull'argomento.

Certo che non sarebbe affatto male vedere Steve Hackett in concerto, in una delle date italiane del suo tour 2012:
18 aprile - Firenze
19 aprile - Roma
20 aprile - Cortemaggiore
21 aprile - Schio
22 aprile - Genova

Siete (anzi, SIAMO) avvertiti.

Bentornato, Steve!

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