se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

lunedì 23 febbraio 2009

La parola a Mr.Job (11)


Sulle chimere

Qualche giorno fa sono stato all’Università di Bologna per tenere il seminario “Crisi economica e prospettive occupazionali”.
Durante una pausa caffé, mi sono intrattenuto a chiacchierare con alcuni studenti e il discorso è caduto sul concetto di “chimera”.
Uno dei ragazzi non sapeva che la chimera era un mostro della mitologia greca con una testa di leone e una di capra, il corpo di leone e la coda costituita da un serpente. Così gliel’ho spiegato.
Subito dopo, il ragazzo ha spalancato gli occhi e mi ha detto: - Ecco perché, quando cerco di immaginare il mio futuro, il lavoro, la famiglia, la pensione o la vecchiaia, istintivamente chiudo gli occhi e vedo un mostro con una testa di leone e una di capra, il corpo di leone, e un serpente per coda. E a dire che sono anche stato in cura per questo!

domenica 8 febbraio 2009

Layla

Non sono uno che scrive quantità industriali di cose e neppure un genio della penna o della macchina da scrivere, ma la mia passione per la scrittura mi ha sempre portato cimentarmi in diversi tipi di testo.
Fumetto, teatro, articoli di cronaca, relazioni per convegni, narrativa, pubblicità.
E altri ancora.

In tutto questo, però, non c'è stato praticamente mai un posto per la poesia o per la canzone.
Ho sempre creduto (e ancora oggi è così) di essere profondamente inadeguato per queste forme di espressione.
Nel settembre del 2003 scrissi dei "versi" (tra virgolette), senza nessuna velleità. Mi sembrava una specie di canzone, ma non era una canzone. Pensai che qualcosa dentro di me avesse cercato di imbrogliarmi e mi avesse fatto scrivere una sceneggiatura per un fumetto mascherata da canzone.

Feci leggere quelle righe al mio amico disegnatore Simone Figus e decidemmo di farne una breve storia a fumetti.

I tempi di realizzazione si allungarono e la storia a fumetti mascherata da canzone restò chiusa nel mio computer per qualche anno.
La ripresi nell'autunno del 2007, quando con l'Associazione Culturale Chine Vaganti cominciammo a lavorare al n. 7 (nuova serie) della rivista Macchie d'Inchiostro.

Buttai giù una "sceneggiatura disegnata", con le mie matite infantili e (ovviamente) scarse.

Simone fece il resto e Layla uscì su Macchie d'Inchiostro che, per l'occasione, celebrava i 10 anni di Chine Vaganti.






La versione che vedete in questo post è identica a quella pubblicata su Macchie d'Inchiostro, con l'aggiunta del blu di fondo.
Simone ha voluto inserirlo per dare ai suoi disegni e ai miei "versi" (tra virgolette) un pizzico di atmosfera malinconica in più.

Layla, testi e disegni
© Daniele Mocci e Simone Figus

martedì 3 febbraio 2009

Festival del fumetto di Angoulême 2009





Quest'anno c'ero anch'io.
E' stata la mia prima Angoulême.
Ed è stata un'esperienza istruttiva.
Non conosco il fumetto francese così a fondo da lanciarmi in disquisizioni dotte o in reportage dettagliati.
E se lo conoscessi "così a fondo", non lo farei comunque, perché non sono e non voglio essere un filosofo o un giornalista di fumettologia.
(nell'immagine, la locandina di Angoulême 2009)

Il festival.
Mi limito a dire che l'impressione è quella di un posto che ha la capacità e la volontà di concentrarsi realmente sui fumetti, sia dal punto di vista organizzativo che da quello del pubblico.
Cosplayer, gadget e giochi, se non del tutto assenti, sono elementi assolutamente marginali. E questa è "cosa buona e giusta", perché un festival di fumetti dev'essere prima di tutto un festival di fumetti.
Ad Angoulême, i bambini e gli adolescenti vanno in giro per i padiglioni in cerca di fumetti, di autori e di mostre.
I ragazzi e gli adulti idem.
Tutto il resto, se c'è, ha il ruolo (consapevole) di "contorno".
E lo rispetta.

I fumetti.
Non credo di sbagliarmi di molto se dico che i fumetti francesi osano di più di quelli italiani. Sono, in generale, più svincolati da cliché e formati standard (in senso lato). E parlo dei fumetti che arrivano al grande pubblico, non delle realtà minori o di nicchia.
Questa capacità di prendersi libertà intelligenti (e, anche qui, consapevoli) dà modo agli autori e agli editori di fare di più, di pensare di più e di esplorare più soluzioni narrative e grafiche.
Forse anche di immaginare e di sognare di più.
E, insieme agli autori, sognano di più anche i lettori.
(nell'immagine, Le Fauve - © Lewis Trondheim, mascotte di Angoulême 2009)

Intendiamoci...
Non ho nessuna intenzione di fare la scimmietta che va fuori dal suo paesetto e comincia ad adorare tutto quello che vede per il semplice motivo che è diverso da quello che ha sempre visto.
Io amo profondamente il fumetto italiano. L'ho sempre amato, letto, studiato e collezionato. E continuerò a farlo.
La mia matrice, come sceneggiatore, è senza dubbio italiana. E non ho nessuna intenzione di rinnegarla, me ne guarderei bene!
Adoro moltissimi autori italiani di tutte le epoche. Considero la scuola italiana una delle più rilevanti a livello internazionale per quello che ha prodotto in passato e per quello che sa produrre ancora oggi.
Tutto questo a scanso di equivoci!

Piccola soddisfazione.
La Francia ha molto rispetto e considerazione per le persone che si occupano professionalmente di Bande Dessinée. Anche per i nomi non roboanti.
A questo proposito vi mostro (qui a fianco) il pass che mi è stato consegnato dall'organizzazione come "autore di fumetto".
Un documento che, al di là della convenienza economica di poter entrare in ogni "spazio" del festival a titolo gratuito, mi ha dato la bella sensazione di sentirmi davvero un autore, dato che l'organizzazione me l'ha rilasciato senza nessun problema, sulla base dei lavori che ho pubblicato in Italia (e senza aver pubblicato niente in Francia... almeno finora!).
E me l'ha rilasciato nonostante il mio nome sia praticamente sconosciuto anche in Italia!

Compagni di viaggio.
Milano-Angoulême andata e ritorno in auto non è precisamente una passeggiata. In 5 giorni abbiamo percorso circa 3.000 chilometri, ma la compagnia era ottima!
Un grazie agli amici/colleghi con cui ho condiviso questa esperienza: Luca, Fabrizio, Bruno, Daniele, Marco ed Emilio. Un gruppo bene assortito di persone divertenti, disponibili e capaci.
A tutti loro mando un "in bocca al lupo" per i vari progetti a cui stanno lavorando e un grazie per questi 5 giorni di immersione totale in uno dei miei mondi preferiti.