se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

martedì 25 novembre 2008

La parola a Mr. Job (10)


Spirito di adattamento


Un mio amico diceva sempre che nel lavoro bisogna adattarsi. Ai tempi del boom dell’industria, si è buttato in catena di montaggio. Poi è stato licenziato, ed è stata la volta delle cooperative sociali. Ha fatto un corso per educatore e si è buttato. Poi il partito che proteggeva la sua cooperativa ha perso le elezioni, e si è buttato nell’agricoltura biologica. Poi sono arrivati i cibi bio-trans-tecno di Taiwan, e si è buttato nell’edilizia. Poi hanno arrestato l’impresario proprio quando stavano per finire un grattacielo.
A quel punto ha deciso di adattarsi per l’ultima volta, e si è buttato da quel grattacielo!

venerdì 21 novembre 2008

Pasquale Ruju e Mario Alberti a Cagliari il 29 novembre!

Vi presento un evento che riguarda i fumetti e che è stato organizzato da Shenker, istituto privato per l'insegnamento della lingua inglese diffuso in tutta Italia.

In occasione dell'inaugurazione della nuova sede di Cagliari, Shenker ha organizzato una mostra di tavole a fumetti di Mario Alberti, bravissimo disegnatore che pubblica da anni per il mercato italiano ed estero (Nathan Never, Morgana e Spider-Man, per citare solo tre illustrissimi esempi).

Sabato 29 novembre 2008 alle ore 18,00 in via Dante n. 15 a Cagliari, ci sarà la presentazione ufficiale dell'evento a cui parteciperanno lo stesso Mario Alberti e l'ottimo e prolifico sceneggiatore Pasquale Ruju, conosciuto al grande pubblico per aver scritto decine di storie di Dylan Dog, per alcune sue felici escursioni su Nathan Never e per la sua miniserie Demian (pubblicata da Sergio Bonelli Editore tra maggio 2006 e ottobre 2007).

Per organizzare la manifestazione, Shenker si è avvalsa del contributo dell'Associazione Culturale Chine Vaganti (e quindi anche di quello del sottoscritto, offerto con molto piacere!!!).

Essendo questo un blog privato, posso permettermi di ringraziare personalmente Andrea Spano (Shenker) per avermi coinvolto nell'organizzazione dell'evento relativamente alla parte artistica (autori ospiti e mostra) e per la sua grande sensibilità verso il fumetto.

L'unico appunto che posso fare (e qui entra in gioco la mia ignobile pignoleria) si riferisce al nome della manifestazione... direi... un po' troppo pretenzioso.

Ma probabilmente è stato scelto perché funzionale al contesto in cui l'evento è stato organizzato.

In ogni caso vi do appuntamento a Cagliari sabato 29 novembre per una serata in cui potrete conoscere due grandi autori di fumetto e ammirare le magnifiche tavole di Mario Alberti, tra cui alcune novità in anteprima italiana dell'Uomo Ragno, realizzate per Marvel U.S.A.!

Se poi vi va di diffondere questa notizia (immagine compresa), fate pure e... GRAZIE MILLE!

martedì 11 novembre 2008

Al cinema... John e Jack non so! (14)


Non toccate quella quaglia
(Francia, 1990)

a cura di Aguirre De Lope

Nella Parigi “bene”, strani giochi si sviluppano per combattere la noia che avviluppa.

Sette giocatori.
Un noto avvocato parigino, il dirigente di una grande azienda, un primario di fama mondiale, una ricca ereditiera, una scrittrice di successo, un cardinale e un arrotino amano incontrarsi ogni venerdì sera a casa della fidanzata del cardinale per giocare a una originale roulette russa.

Una cuoca.
La fidanzata del cardinale prepara un tegame con sette quaglie in umido, una per ciascun giocatore.
All’apparenza le sette quaglie sono tutte uguali. In realtà, sei quaglie sono cucinate con tutti gli onori e i sapori, mentre una è piena di sabbia, muffa ed escrementi di gatto.

Il gioco.
Ciascun giocatore prende una quaglia a caso dal tegame e la mangia.
Il merlo che trova la quaglia fetente, deve sforzarsi di far finta di niente per non apparire pollo agli occhi degli altri. Se dovesse manifestare anche il minimo moto di disgusto, sarebbe eliminato per sempre dal gioco. La “roulette quaglia” va avanti così per mesi, e gli sfortunati che beccano la quaglia fetente riescono sempre a reggere l’urto e a non farsi mai scoprire.

La variante.
Una sera, la fidanzata del cardinale si accorge di aver finito la muffa e, per completare la quaglia fetente, rompe un bicchiere di vetro, sminuzzandolo in tante piccolissime schegge.

Lo stoico.
Come sempre, tutti e sette i giocatori mangiano la propria quaglia. E come sempre nessuno fiata.

Il dramma.
Dopo un mese di assenza per motivi di salute, l’arrotino si reca a casa della fidanzata del cardinale, di venerdì, con un’ora di anticipo. Nessuno degli altri sei giocatori dovrebbe essere ancora arrivato. Invece l’arrotino sorprende la donna a letto con il noto avvocato parigino.
Accecato dall’ira perché la fidanzata del cardinale lo tradisce con l’avvocato, l’arrotino li ammazza entrambi con un coltello affilatissimo e se ne va.

La mattanza.
Al suo ritorno, l'arrotino trova gli altri cinque giocatori che hanno già scoperto i due cadaveri.
La scrittrice di successo non regge e muore di infarto fulminante.
Il dirigente d’azienda vede una bottiglia di whisky in bagno (dove era andato per sciacquarsi la faccia dopo lo shock), ma non sa che la fidanzata del cardinale in quella bottiglia ci tiene l'acido muriatico. Ne beve un sorso e tanto basta.
La ricca ereditiera, per calmarsi, si inietta una delle sue solite dosi di eroina ma, troppo agitata per l’accaduto, non toglie l’aria dalla siringa e si ammazza.
Il primario di fama mondiale scappa convulsamente per paura che la polizia lo trovi lì ma, per la fretta, inciampa sulle scale e rotola giù spaccandosi la testa sulla lama di un vecchio aratro che la fidanzata del cardinale teneva in salotto come ricordo del nonno.
Il cardinale, per la disperazione, afferra un coltellaccio da cucina e si taglia la pancia, dalla quale, insieme al sangue e a vario altro materiale organico, fuoriescono tanti piccoli frammenti di vetro.

Il finale.
L’arrotino non perde la calma e va in cucina. Qui prepara le canoniche sette quaglie e le mette sul fuoco, nel solito tegame. Naturalmente, per tenere fede alla memoria del gioco che tanto aveva amato, l’arrotino ne ha preparata una con sabbia, muffa ed escrementi di gatto.
Quando le quaglie sono pronte, l’arrotino le mangia tutte e sette.
Al termine del pasto va in bagno dove, in equilibrio sul cadavere del dirigente d’azienda, si lava i denti con lo spazzolino della fidanzata del cardinale. Poi se ne va, chiudendo accuratamente la porta alle sue spalle.

Il dubbio.
Un tarlo rode l’animo dell’arrotino mentre cammina lento verso casa, sputando per terra ogni tre passi… un dubbio inquietante… una domanda destinata a rimanere per sempre senza risposta…

è possibile che, con sei quaglie buone a disposizione su sette, la quaglia fetente dovesse per forza capitargli per ultima?

venerdì 7 novembre 2008

Soffia! Soffia!

Chi ha letto Moby Dick sa che i balenieri avvistavano le balene grazie ai poderosi spruzzi che questi cetacei provocano quando riemergono e buttano fuori l'aria che hanno trattenuto durante le loro immersioni.

Se qualcuno avvistava lo spruzzo di una balena, ecco che gridava "Soffia"!
Così facendo richiamava l'attenzione di tutto l'equipaggio e la caccia poteva cominciare.

La balena che ho avvistato poco fa è gialla e si chiama, appunto, Yellow Whale.

Si tratta una società romana che offre consulenze su opere e progetti di autori per il mercato internazionale e, guarda un po', si occupa di... fumetti!

L'ho avvistata sul suo sito internet dove, nella sezione dedicata agli omaggi che diversi autori di fumetto più o meno noti hanno dedicato alla simpatica balena gialla, è stata appena pubblicata una striscia scritta da me e disegnata e colorata dalla bravissima Alessia Buffolo.

L'immagine che accompagna questo post è solo una delle tre vignette che compongono la striscia. Per vederla (e leggerla) tutta, cliccate QUI.

Ah, dimenticavo... io sono naturalmente tra gli autori meno noti!

martedì 4 novembre 2008

Andare a Lucca con Luca...

Andare a Lucca con Luca di per sé non avrebbe niente di strano o di originale.
Questo è stato il terzo anno di seguito che sono andato a Lucca con Luca.

Il fatto è che sorgono sempre problemi quando mi chiedono di Lucca e/o di Luca nei giorni che precedono la fiera di Lucca (dove vado sempre con Luca... ehm...).

Magari sto parlando del mio amico (e collega)... qualcuno mi segue "in automatico", senza prestarmi particolare attenzione, poi "realizza qualcosa", si sveglia di botto, mi guarda come se fossi un marziano ritardato e alla fine mi dice "Ma che cavolo dici? Passino le idiozie sul blog, ma cosa vuol dire che sei andato a prendere LuCCa a casa sua? Come si fa ad andare a casa di una città (che, tra parentesi, abita in un'altra città), caricarsela in macchina - bagagli annessi - e portarsela da Milano fino in Toscana?! Fino a Lucca? Come fai a portare Lucca a Lucca?".

E via di questo passo...

Oppure, parlando di LuCCa, mi obiettano cose come "Ora il tuo amico (e collega) sarà pure ben equipaggiato, ma da qui a dire che ha almeno quattro o cinque torri e campanili davvero notevoli, beh... mi pare un po' esagerato, no?".

Insomma, non se ne esce.

LuCCa Comics 2008 è stata per certi versi bella, per altri troppo confusionaria. Il grandissimo successo di pubblico (sabato e domenica l'affluenza è stata davvero impressionante) si è trasformato in un grosso problema a causa di un'organizzazione irritante perché totalmente incapace di trovare soluzioni per velocizzare l'acquisto dei biglietti e la distribuzione dei braccialetti colorati che fungono da pass per entrare nei padiglioni.
E' obiettivamente inammissibile che certuni abbiano dovuto fare due ore e mezza di fila prima di riuscire ad acquistare il biglietto! Io mi sono limitato a un'ora e un quarto e mi è quasi andata bene (la mia solita fortuna sfacciata!).

I padiglioni degli editori erano talmente pieni che non si poteva camminare, respirare, vedere, parlare con chi ti stava accanto.

Spazi e passaggi totalmente inadeguati e bloccati.
Segnaletica approssimativa. Le mostre (e tante altre cose) non sufficientemente visibili e pubblicizzate.

In qualità di appassionato, quest'anno mi pento di non aver fatto praticamente acquisti. Altre volte mi sono pentito di averli fatti (mi riferisco naturalmente al fattore economico...).

Ho comprato solo due piccole-grandi cose (le vedete nelle immagini che accompagnano questo post). La ristampa anastatica del n. 2 di Topolino (l'originale era del maggio 1949) e la ristampa de L'uomo del Grande Nord, splendido racconto a fumetti di Hugo Pratt (ho da anni gli altri "tre uomini" di Pratt e ancora mi mancava quello del Grande Nord). Totale: 15 Euro e 50.

In qualità di autore ho avuto un incontro inutile e un altro piuttosto interessante, di cui spero di potervi parlare in futuro se le cose non si fermeranno tra le strade affollate di Lucca.

Ma come, il tuo amico Luca ha delle strade dentro sé?

Noo! Al massimo il mio amico Luca, lungi da avere strade (affollate), torri e campanili dentro sé, ha un dirigibile marrone senza elica e timone...

Ma questi sono anche cavolacci suoi!

Speriamo...